Mutuo Soccorso Museo Virtuale

1880

Società Operaia di Mutuo Soccorso Piero Pergoli

Il 20 settembre 1880, 16 soci fondatori diedero vita alla Società del mutuo soccorso fra operai e artieri residenti in Falconara Marittima (Ancona). Lo statuto entrò in vigore solo nel 1904. L’articolo 1 ben designava gli scopi promossi dalla società: “[…] Essa ha per iscopo il miglioramento civile ed economico dei soci mediante l’istruzione, la tolleranza reciproca, e il risparmio; di procurare un sussidio pecuniario ai soci in caso di malattia o di impotenza al lavoro per cronicità, e una pensione per lenire i bisogni della vecchiaia”.

Il 25 agosto del 1905 in occasione del 25° anno dalla fondazione, il sodalizio promosse una serie d’iniziative con scopi filantropici che richiamarono moltissimi partecipanti.

Il 1906 segnò l’anno in cui la società si aprì anche alle donne, creando una sezione femminile composta da ben 92 socie. In seguito alla partecipazione alla Mostra di Macerata, nella sezione Previdenza, il sodalizio ottenne la medaglia d’oro per le opere svolte. Il 17 agosto 1909 fu acquisito dalla società un terreno per edificare la nuova sede sociale.

Il 1913 fu un anno difficoltoso, la stentata partecipazione dei soci alle assemblee e l’insoddisfazione di alcuni di questi in merito ai sussidi previsti per malattia, comportò una crisi interna che sfociò nella richiesta degli amministratori al Tribunale di Ancona di effettuare un referendum per cambiare lo statuto, questa mozione fu respinta e la dirigenza si dimise. Una commissione si occupò di effettuare tutte le procedure per risolvere la situazione e il 7 dicembre 1913 durante una regolare assemblea, alla presenza di ben 194 soci, fu approvato il nuovo statuto.

La prima guerra mondiale comportò un mutamento nella gestione della società, e in seguito, nel febbraio 1921, furono deliberate le nuove modifiche allo statuto con annessi cambiamenti all’importo del sussidio di malattia: 3,50 lire al giorno per 50 giorni e in caso di prolungamento della malattia il sussidio di 1,50 lire al giorno; se la natura della malattia fosse stata cronica allora il contributo sarebbe stato di 50 centesimi al giorno.

Nel 1923 la società concesse in affitto i locali sociali ad un’altra associazione alla cifra di 120 lire mensili, poi nel 1925 l’assemblea deliberò che la società non concedesse più in affitto la propria sede e gestisse autonomamente le attività anche ludico ricreative al proprio interno; la questura di Ancona e la commissione di vigilanza sugli spettacoli però vietarono alla società di effettuare qualsiasi tipo di attività per non idoneità dei locali. Nel 1930 la situazione delle casse dalla società risultava critica e a complicarla ancora di più, nel 1931, furono i lavori di ristrutturazione della sede sociale a seguito del terremoto di Senigallia. Nello stesso anno, divenne obbligatorio, per volere del regime fascista, far nascere all’interno della società di mutuo soccorso una sezione dell’Opera Nazionale Dopolavoro; nonostante la ferma opposizione di molti soci, la sezione fu istituita e in breve tempo divennero amministratori della società i soci più vicini alla corrente fascista.

Nel 1936 il dopolavoro interno non fruttò come gli organi del fascio si sarebbero aspettati e anche le casse della società risentirono gravemente del clima di diffidenza dei soci nei confronti della nuova gestione, infatti, molti di loro non furono regolari con il pagamento delle quote e altri furono espulsi per morosità. In questo stesso anno si organizzò un’assemblea per modificare lo statuto per allinearlo alle indicazioni imposte dal governo fascista, ma l’opposizione a tali cambiamenti si manifestò da parte dei soci nel non prendere parte alla riunione, facendo sì che non vi fosse il numero legale per attuare le modifiche.

Nel 1937 la situazione economica del sodalizio peggiorò ancora di più, tanto da farsi strada negli amministratori del dopolavoro l’idea di poter sciogliere la società di mutuo soccorso e poter mantenere la sede. Il primo passo per questo progetto fu scindere le due associazioni, infatti il Dopolavoro si distaccò dalla società assumendo il nome di “Dopolavoro frazionale Italo Balbo- Falconara Alta”, pur rimanendo all’interno dei locali della società dietro pagamento dell’affitto. Questo progetto fu mandato a monte dalla nuova entrata in guerra dell’Italia nel 1940. La sede della società durante la seconda guerra mondiale divenne alloggio per i militari, italiani prima e americani poi; questi ultimi pagarono alla società 333,35 lire al mese tra il 1944 e il 1945. La fine della guerra vide trasformarsi il salone della sede centrale in cinematografo.

Dal 1958 in poi la società riprese le consuete attività di sostegno ai soci ammalati e si aprì a nuove attività di carattere ludico ricreativo come l’organizzazione di tornei di bocce o di giochi di carte, serate danzanti e sagre. Nel 1997 il consiglio d’amministrazione della società propose di rinnovare lo statuto per renderlo al passo con i tempi e, con l’avvallo di tutti i soci, si decise di dedicare la denominazione della società a Piero Pergoli, cittadino falconarese, medico che si distinse per il proprio valore morale durante il periodo fascista e non solo. Il 31 gennaio 1998 fu pubblicato il nuovo statuto riportante la nuova denominazione della società: Società operaia di mutuo soccorso Piero Pergoli.

Bibliografia

  • M. T. Fioravanti- M. Mazzola- F. Santini, Una storia di uomini Società operaia di mutuo soccorso di Falconara Alta 'Piero Pergoli', Tecnografica stampa, Falconara Marittima 2005

Scheda a cura di: Alessandra P. Giordano