Il 20 gennaio 1861, 17 cittadini divennero promotori della nascita della Società operaia di mutuo soccorso fra gli artisti ed artigiani di Perugia. La prima assemblea si tenne il 1° marzo dello stesso anno e durante il suo svolgimento fu approvato lo Statuto che consentiva l’iscrizione delle donne.
Dal 1862 la società intraprese numerose iniziative di tipo culturale come cicli di conferenze e una scuola serale per l’insegnamento ai soci del sistema metrico decimale.
Il sodalizio nei primi anni ebbe una valenza anche educativa; infatti, si prese carico nel 1864 di “istruire” i propri soci sui diritti e i doveri che gli competevano divulgando, nei circoli abitualmente utilizzati dagli operai dopo il lavoro, periodici e testi di argomenti di interesse comune e ben presto nel 1865 fu istituita all’interno della sede sociale una vera e propria biblioteca. La biblioteca in un primo momento fu utilizzabile solo dai Soci e successivamente, tramite la stipula di una convezione con il Comune, venne aperta a tutti i cittadini maggiori dei 15 anni, che avessero residenza stabile a Perugia.
La Biblioteca divenne il centro delle attività culturali non solo della società ma anche della città, essendo l’unica struttura di tale genere; le attività al suo interno si moltiplicarono e si crearono anche delle classi scolastiche serali per l’istruzione degli analfabeti, con lezioni tenute dagli stessi soci appartenenti alla categoria dei maestri e professori, ammessi nel sodalizio solo pochi anni prima. Nel 1873 e nel 1888 le modifiche allo Statuto esistente portarono alla nascita del Fondo per vecchiaia e inabilità al lavoro, per le vedove e per gli orfani e all’istituzione di una biblioteca itinerante e di una cassa di depositi e prestiti.
Con l’adeguamento delle leggi sul lavoro a opera dello Stato, la funzione della società di mutuo soccorso si ridimensionò drasticamente, le adesioni calarono e la società stessa indirizzò le proprie attività nell’ambito della beneficenza. Con l’instaurazione del fascismo e la legge del 7 novembre 1926 che diede ai Prefetti il controllo delle SOMS, la società si adeguò alle formule fasciste, tanto che nel 1940 il nuovo Statuto all’articolo 10 prevedeva l’espulsione per il socio che “[…] con opere e con parole manifesti sentimenti di avversione al regime fascista”. Il commissario prefettizio dispose che tutte le associazioni con finalità mutualistiche affluissero nella Società generale operaia di Perugia fu così che le associazioni che precedentemente erano state la culla della democrazia, in breve tempo divennero uno strumento organizzato e gestito direttamente dagli organi di regime.
Bibliografia
- A. Grohmann, Perugia e la sua società di mutuo soccorso. 1861-1939, Perugia, Volumnia 2000.