I Presidenti Onorari
Sin dalla fondazione, nel 1851, la Società di Mondovì ebbe l’ambizione di tenere rapporti epistolari con consorelle e persone vicine al mutuo soccorso. Subito venne inviato un messaggio con l’invito alla festa di inaugurazione, e questa abitudine proseguì negli anni per mantenere i rapporti col grande mondo della solidarietà che si veniva sviluppando.
Ma, tra le tante lettere, una ebbe per i soci un’importanza particolare: quella spedita da Caprera il 24 gennaio 1862, in cui Giuseppe Garibaldi rispondeva alla richiesta di accettare la Presidenza Onoraria: «Accetto con gratitudine l’onorevole titolo di Presidente di codesta Società operaia, superbo di appartenere più intimamente a quella eletta parte del Popolo italiano che con fermezza e valore ammirabile è sempre disposto a marciare alla avanguardia del nostro risorgimento». E poi la chiusa, calorosa nella sua semplicità «Sono con affetto Vostro G. Garibaldi».
Per i 155 soci era il riconoscimento per quanto avevano già realizzato in aggiunta al sussidio di malattia, ossia l’apertura della scuola serale e di una accademia filarmonica, come indicato nel primo censimento delle Società di mutuo soccorso promosso nel 1862 dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. Qualche anno dopo verrà aperto anche il Magazzino di previdenza.
Nel 1862, quando scriveva a Mondovì, Garibaldi era già in rapporto con un centinaio di Società di mutuo soccorso, alcune delle quali lo volevano come Presidente Onorario. A tutte aveva risposto accettando, con parole che mettevano in luce quanto per lui fosse importante il ruolo del movimento dei lavoratori nello sviluppo della nazione.
Di questo legame con il mutuo soccorso Garibaldi fu ampiamente ricambiato. Molte Società vennero a lui intitolate, si coniarono medaglie con la sua effige, il suo nome comparve su diplomi celebrativi, bandiere e altri cimeli. E ci furono sottoscrizioni per le sue iniziative. Come quella per raccogliere fondi per «per un milione di fucili» per le imprese dei patrioti, che la Società di Voghera portò in discussione al 7° Congresso Generale della Associazioni Operaje dello Stato, a Novi Ligure nel 1859, «affinché ciascuno possa, volendolo, portare il suo obolo alla formazione di un’opera di così grande momento tanto più se si pone mente ai tempi cui andiamo incontro».
Ancora oggi la Società di Mondovì svolge l’attività nella sua bella sede antica, dove conserva testimonianze di valore, tra cui una lettera di Mazzini. Un prezioso ricordo è anche il quadro con un ramo del pino piantato da Garibaldi a Caprera, che la Società ricevette dalla figlia Clelia per il 50° anniversario della morte del Generale.
La tradizione di eleggere a presidente onorario o di intitolare la Società a personaggi illustri, portatori di idee e di ideali e protagonisti della vita politica e culturale italiana, fu seguita da un gran numero di Società. Così molte hanno il nome di Mazzini, Cavour, De Sanctis, Carducci… Oppure di Re e Regine di Casa Savoia.
Bibliografia
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B. Gera - S. Minerdo, I mille ricordi. Garibaldi e le Società di mutuo soccorso, Torino 2014
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I centocinquanta anni della Società operaia di Mondovì Piazza, Mondovì 2013