Mutuo Soccorso Museo Virtuale

1862

Società operaia tarantina di mutuo soccorso

Dopo l’unità d’Italia, Taranto visse una forte spinta verso lo sviluppo del territorio con la predisposizione di numerose infrastrutture pubbliche e militari, che portarono beneficio ai cittadini in termini di occupazione. Se da un lato questo sviluppo aprì notevolmente le possibilità di questo territorio di riscattarsi, dall’altro, a livello previdenziale e di assistenza al singolo e alle famiglie, non vi fu alcun miglioramento.

In questo clima storico, Nicola Nardelli fondò la Società Operaia nel 1862.

L’articolo 1 del primo statuto redatto così recitava: “I benefizii che la società apporta ai suoi membri sono così riepilogati sommariamente: Che intende al miglioramento ed incremento delle arti, allo sviluppo delle facoltà intellettive e morali, e cooperanti al benessere della patria”.

La neo società, quindi, si impegnò non solo a tutelare i lavoratori ma a farne dei cittadini istruiti che rendessero migliore la comunità.

I primi anni di attività della Società furono ardui, la partecipazione fu molto limitata, ma furono sempre garantiti i sussidi ai soci richiedenti. Nel 1881 si modificò lo statuto, che mantenne intatto lo spirito di solidarietà fraterna, espressa pienamente nel 1883 in occasione del violento nubifragio che colpì la città. La Società dispose infatti un servizio di soccorso e trasporto dei cittadini da una parte all’altra di Taranto, e ancora nel 1887, con lo scoppio dell’epidemia di colera che mise in ginocchio la popolazione, il sodalizio non venne meno ai suoi valori, organizzando il trasporto degli infetti negli ospedali. Il 1883 fu un anno che segnò una svolta per la società, per volere dell’assemblea fu istituita la Cassa operaia di sconto e pegni, la quale favorì la ripresa economica delle piccole imprese artigiane della città. Nel 1885-1886 la scuola serale della società ebbe molto successo, tanto che il Comune decise di farsi carico dell’iniziativa e aprire scuole simili in molti rioni. In questa occasione, con la clausola che i soci e i loro figli potessero prendere parte alle attività in forma gratuita, la Società donò le proprie attrezzature scolastiche all’Associazione Giuseppe Giusti che incentivava l’istruzione tra i ceti più poveri.

Il riconoscimento giuridico della società, ai sensi della legge 3.818/1886, si ebbe nel dicembre del 1895 a opera del Tribunale di Taranto. Le attività della società continuarono per lungo tempo fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che la vide schierata attivamente in favore dello sforzo bellico fornendo i capitali per le attività dei cantieri navali e meccanici, e subito dopo la fine del conflitto, con i sussidi erogati ai disoccupati.

La missione di fornire assistenza ai cittadini fu cristallizzata come primo punto all’interno del nuovo statuto approvato nel 1925. Il 1929 fu l’anno più tragico per la Società. Questa data, infatti, segnò la fine della Cassa di sconto e pegni. La caduta della Cassa provocò nel tessuto economico locale un effetto domino: in breve tempo, moltissimi piccoli artigiani non potendo più fare affidamento su piccoli prestiti dichiararono fallimento. La stessa società, che non fu più in grado di mantenere gli impegni presi, fu commissionata e perse tutti i suoi beni; molti dei soci revocarono la propria iscrizione, ma nonostante tutto, il 30 novembre 1930, 49 soci riuniti in assemblea decisero che la Società sarebbe sopravvissuta e si autotassarono per la quota di 5 lire da utilizzare come nuovo fondo cassa. Il 9 giugno 1935 fu eletto il nuovo presidente, Vincenzo Chirico, il quale si pose come obiettivo quello di incrementare il più possibile il numero di soci in maniera da avere nuovamente un patrimonio sociale solido. Nel 1942 la Società per legge dovette aderire alla Federazione nazionale fascista delle mutue volontarie e cambiare il proprio statuto per poter sopravvivere al regime. Con la caduta del fascismo e la fine della guerra, il sodalizio ebbe modo di mettersi a lavoro per ricostruire le fondamenta della società, partendo dallo statuto e organizzando l’amministrazione come se fosse a tutti gli effetti un’azienda commerciale. Questa politica, attuata dall’allora presidente Chirico, portò buoni frutti; infatti, nel 1951 la Società ebbe i capitali per acquistare una sede sociale che è ancora oggi la casa dei soci.

Bibliografia

  • F. Giannace, Società operaia tarantina di mutuo soccorso, cenni dalla fondazione ai nostri giorni, Taranto, Editrice Tarentum, 1975

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Scheda a cura di: Alessandra P. Giordano