“[…] buttai fuori l’idea di fondare la Società Operaja […] Manco a dirlo, fui nominato Presidente per ben 27 anni consecutivi”. Queste furono le parole che Michele Ghisla affidò al suo diario per descrivere la nascita il 13 marzo 1864 della Società operaia di Colico, la quale si proponeva di fornire aiuto non solo materiale ma anche morale e intellettuale ai propri soci nello spirito di fratellanza e unione.

Il sodalizio permetteva l’iscrizione solo agli uomini dai 15 ai 50 anni che potessero di permettersi di pagare regolarmente la quota d’iscrizione, tuttavia, nel regolamento si richiedeva al socio di essere di moralità ineccepibile ovvero “[…] per il solo fatto di essere parte della comunità mutualistica, devono seguire un rigido codice morale, a causa dei legni che vengono sovente portati alla Direzione contro i soci per il loro contegno nella famiglia […] _si esigerà dai Soci che tengano una condotta morale lodevole sotto ogni _rapporto”.

Le attività della società spaziarono dal fornire i sussidi necessari ai soci per mantenersi durante i periodi di malattia a quell’aiuto intellettuale di cui faceva riferimento lo statuto con l’iniziativa di sostenere con donazioni pecuniarie le scuole del comune e di premiare con dei libri in dono ai figli dei soci che si fossero distinti nel rendimento scolastico.

Nel 1869 la società si impegnò anche ad incrementare le attività di socializzazione tra i suoi componenti costituendo una banda sociale la quale per regolamento avrebbe dovuto prestare servizio durante i funerali dei soci e nelle ricorrenze cittadine importanti come ad esempio i festeggiamenti per l’anniversario della fondazione della Società.

La storia della Società fu strettamente legata al territorio in cui è nata, e questo senso d’appartenenza al luogo permise che anche i rapporti con le altre vicine società di mutuo soccorso fosse sempre più stabile sia nelle iniziative solidali ma soprattutto in quelle ludiche.