Mutuo Soccorso Museo Virtuale

1866

La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Sant’Alberto

La nascita della Società operaia di mutuo soccorso di Sant’Alberto, vicino a Ravenna, fu ispirata da Giuseppe Garibaldi, e promossa da 15 soci fondatori, alcuni dei quali erano ex garibaldini.

La società si sviluppò velocemente nella piccola frazione e annoverò tra i suoi iscritti anche un personaggio di spicco, Olindo Guerrini, scrittore, poeta, giornalista il quale fu il promotore della nascita della Biblioteca del sodalizio, mezzo importante per diffondere l’istruzione non solo ai soci ma a tutti i cittadini. L’intento primario dell’istruzione della popolazione fu ben chiaro fin dall’inizio. Fu infatti costituita una commissione definita d’“Istruzione e Lavoro”,_ _la quale aveva il compito di vagliare le iniziative per incentivare l’erudizione dei soci e delle loro famiglie, per esempio attraverso il dono di materiali scolastici a chi non poteva provvedere autonomamente, oppure di premi in denaro ai soci che frequentavano le scuole serali e che si erano contraddistinti per il profitto.

I componenti della Società furono soprattutto artigiani, impiegati, proprietari terrieri e commercianti, tutte classi di lavoratori che potevano permettersi di pagare costantemente le quote associative richieste.

Nel 1870 fu deciso che la quota d’iscrizione dovesse essere proporzionale all’età del socio, per cui i più giovani avrebbero versato 1 lira, i più vecchi 20 lire. La quota mensile, invece, era uguale per tutti ovvero 0,60 centesimi. A fronte di queste spese il socio avrebbe potuto richiedere i farmaci in caso di malattia e il sussidio in caso di disoccupazione, erano inoltre previsti sussidi per i figli e la moglie del socio defunto, oltre a una quota per il funerale.

Nel 1879 la crisi del commercio generò un impoverimento delle famiglie, la società operaia di mutuo soccorso promosse con altri enti la distribuzione gratuita di minestra e pane. Con la diffusione della malaria intensificò la distribuzione dei medicinali ai soci finché non fu deliberata nel 1901 l’istituzione di una “farmacia sociale”, che nel 1936 fu poi affittata all’esterno.

A seguito del decreto di censura dell’Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche, nel 1935 la gestione della biblioteca fu affidata al gruppo femminile fascista. Il 29 luglio 1937 decadde la scelta democratica dei rappresentanti dell’amministrazione, consiglio e presidente vennero nominati, anziché eletti.

Nel 1941, la società contribuì all’ampliamento dell’asilo parrocchiale del paese e successivamente fece parte della gestione del ricovero per anziani fondato dalla Chiesa. Con la fine della guerra e la caduta del fascismo, il sodalizio si dedicò a un’opera di “ricostruzione” sia economica che morale, riprese in mano le attività della farmacia, intensificò le donazioni alla casa per anziani e ricostruì la Biblioteca popolare, danneggiata dai bombardamenti. La biblioteca fu poi affidata al comune di Sant’Alberto nel 1970.

Intanto, il 1968 era stato un anno di cambiamento per la Società, che aveva accettato l’iscrizione delle prime donne, che nel 1987 portò all’elezione della prima presidente, Marna Ortolani.

Bibliografia

  • C. Bassi Angelini, La società operaia di mutuo soccorso di Sant'Alberto, Ravenna, Longo 1999.

Scheda a cura di: Alessandra P. Giordano