La Società Operaia di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi fu fondata nel 1867, i primi anni di attività furono burrascosi per via di lotte interne e per il fallimento della “Ditta dello Spaccio”, una sorta di cooperativa di consumo alimentare, che non diede i frutti sperati.
L’arrivo della ferrovia “Adriatica”, che collegava Civitanova con Bologna e Bari aveva generato un cambiamento nella struttura economica e sociale della città, intensificando il lavoro portuale con lo scambio di merci e l’insediamento nel territorio di nuove industrie.
Nel 1883 la Società fu rifondata da 6 soci, che per costituire la prima cassa sociale versarono 100 lire ciascuno. Il 17 giugno 1883 si tenne la prima assemblea, durante la quale si decise di fare piccole spese per avviare l’attività del sodalizio e in seguito si organizzarono tombolate e feste per ottenere nuovi fondi e acquisire nuovi iscritti. Il Tribunale di Macerata riconobbe la Società come ente morale il 1° gennaio 1888.
Nel 1895 fu adottato un nuovo statuto, che ammise come soci le persone tra i 15 e 40 anni compiuti “onesti e laboriosi” _e non “giudicati inabili al lavoro per infermità o difetto incurabile_”. Gli uomini ammessi al sodalizio potevano divenire soci contribuenti, versando la quota settimanale di 15 centesimi senza acquisire il diritto ai rimborsi, oppure soci effettivi, cioè coloro che versando le quote potevano richiedere i sussidi. Le donne furono ammesse fin dall’inizio ma con un trattamento diverso rispetto i soci di sesso maschile: alle donne non era concesso votare né tantomeno essere elette alle cariche sociali. Il sussidio giornaliero, a loro destinato in caso di malattia, era di 75 centesimi a fronte di 1 lira versata agli uomini; a seguito di gravidanza la socia aveva diritto una sola volta al sussidio di 5 lire.
Dopo la Grande Guerra, con il regime fascista, la società subì un cambio di gestione. In seguito ad alcuni avvenimenti incresciosi, il consiglio d’amministrazione in carica presentò le dimissioni e l’assemblea, riunitasi alla presenza del commissario prefettizio, nel 1926 elesse un nuovo direttivo gradito al regime. Durante il periodo fascista l’iniziativa più importante fu nel 1940 l’investimento di 15.500 lire in favore della costruzione della tomba sociale che dava diritto ai soci di essere sepolti in questi spazi, se al momento dell’iscrizione non avevano compiuto 55 anni. All’indomani della guerra e della “ricostruzione”, la società approvò un nuovo statuto nel 1949, che equiparava tutti i soci, uomini e donne nei sussidi ricevuti per malattia. Inoltre, ogni socio ebbe diritto al loculo negli spazi della SOMS, per le cifre di 6.000 lire per il loculo sopraelevato e 2.000 lire per il loculo in terra. Negli anni successivi, la società continuò a sostenere i propri soci con l’erogazione di sussidi e con l’organizzazione di attività ricreative.
Bibliografia
- P.L. Cavalieri, La Società operaia di mutuo soccorso Giuseppe Garibaldi di Porto Civitanova dalle origini ai giorni nostri, Civitanova Marche, Nuove Grafiche Corsi 1985