Mutuo Soccorso Museo Virtuale

1884

Società di Mutuo Soccorso di Brosso

Mestieri ed emigrazione

A Brosso, terra di miniere, si apre la Società di Mutuo Soccorso dei Minatori.

Una storia simile a quella delle altre migliaia di associazioni mutualistiche, ma con qualcosa in più: la forte presenza di soci emigrati.

E questo comportava di dover pensare anche a spedire i soldi del sussidio malattia dove si trovava l’infortunato e di occuparsi della sua famiglia rimasta in paese. Per gli emigrati, poi, era una gran tranquillità sapere che, se al ritorno volevano farsi una casa ma non avevano risparmi sufficienti, interveniva la cassa della Società, perché nello Statuto sociale c’era un articolo che dava la possibilità di «fare dei mutui ai Soci che ne avessero bisogno e che ne facessero domanda al solo tasso del quattro per cento, mediante la garanzia solidale di due persone solvibili e benevise all’Amministrazione».

Un mestiere, quello dei minatori di Brosso, che li ha portati in tutto il mondo «per ragioni di maggior guadagno», come è scritto in un documento. Parole semplici, dirette, modi di dire di paese.

Non andavano a fare i semplici operai ma come capi minatori. La pratica ce l’avevano, la voglia di lavorare anche, e ovunque erano apprezzati.

Un’emigrazione documentata dalla metà dell’Ottocento, da quando alcuni minatori partirono per la Spagna a costruire ferrovie, e insieme a loro erano andate anche delle donne. Poi ci sono state le miniere sarde: Monte Narba (dove andavano «a fare la campagna»), Buggerru, Nebida, Lanusei, Monteponi, Montevecchio…; e Francia, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Venezuela, Perù, Sudafrica, Somalia, Egitto, Turchia…

Tra le poche cose che si portavano appresso c’era il libretto di iscrizione alla Società.

Anno dopo anno, dalle carte d’archivio della Società affiorano i fatti: assemblee, conti, lettere, feste… e riferimenti alle miniere dove i brossesi erano a lavorare. Mentre dagli articoli del giornale locale «Il Canavesano» emerge viva l’immagine pubblica della Società: gli incontri con le consorelle, i discorsi delle grandi occasioni, i rapporti con personaggi famosi.

Come per tutte le Società di mutuo soccorso, anche per quella di Brosso il sogno era la “sede propria”: i soci brossesi sono riusciti ad averla soltanto dopo oltre un secolo di attività, quando l’Amministrazione comunale ha acquistato un edificio antico per darglielo in comodato perpetuo.

Ristrutturata grazie a contributi regionali, questa sede è oggi punto di aggregazione e di conservazione delle tradizioni del territorio. Inoltre, grazie ai fondi ottenuti dall’Unione Europea per il progetto Mineralp, del quale la Società di Brosso è partner, la sede sociale sta diventando anche luogo di raccolta della “memoria di ferro” delle miniere locali, da cui questo minerale è stato estratto già in epoca romana e fino agli anni Sessanta del Novecento.

Memoria, miniere, minatori e mutuo soccorso: una storia vissuta intorno a una bandiera ricamata da una nota ricamatrice torinese, Marietta Pepione (che in un angolo mette la sua firma), e inaugurata nel 1892 con una sontuosa cerimonia di cui c’è ampia traccia sui giornali dell’epoca.

Bibliografia

  • B. Gera, Intorno a una bandiera. La Società di Mutuo Soccorso di Brosso e i suoi Minatori, Torino, Centro Studi Piemontesi 2008

Scheda a cura di: Bianca Gera, Stefano Minerdo