La morte dei soci
Per i soci dell’Associazione Generale di Mutuo Soccorso fra Artisti e Industriali di Casale Monferrato quello del 3 dicembre fu un pomeriggio da ricordare. Si erano radunati nel Piazzale del Ponte sul Po per ricevere il feretro del loro amatissimo Maestro e Presidente Onorario Leonardo Bistolfi e avevano formato un corteo per accompagnarlo al cimitero della città, dove veniva trasferito.
Una partecipazione che era stata diversa da quelle per gli altri soci, ai quali peraltro erano sempre state riservate onoranze funebri solenni, come d’uso in ogni Società di mutuo soccorso.
Questo era un caso particolare: Bistolfi era un socio che, pur se aveva lasciato la città ed era diventato un artista famoso, aveva mantenuto un forte legame con la sua Società, che era stata pure la Società di suo padre operaio. Legame espresso anche con le opere d’arte donate dall’Artista alla Società, come l’insegna dipinta da apporre nell’ingresso della sede e un disegno, entrambi con la raffigurazione della stretta di mano, quel simbolo che ha rappresentato la Società fin dalla nascita, il 7 aprile 1850, e ne ha guidato l’attività sociale: i sussidi e i servizi sanitari, la Cassa per la vecchiaia, il panificio, le gite, le feste, la biblioteca, la scuola serale, le lezioni di «disegno ornato, architettura lineare ed i principi di disegno delle figure» tenute anche da Bistolfi. E le onoranze ai soci defunti.
Per le Società di mutuo soccorso i lutti erano “il grande rito della morte” e fare una degna funzione era il modo per dimostrare l’attaccamento al socio e il rispetto per la sua famiglia.
Doveva partecipare una folta rappresentanza di soci, indossando il distintivo sociale, o la coccarda; alcune Società avevano fatto confezionare una fascia da mettere al braccio, dal doppio uso: in stoffa nera, da una parte, per l’accompagnamento funebre, tricolore dall’altra, per le feste. E soprattutto si doveva portare la bandiera con “il lutto”, il nastro nero da legare al puntale della bandiera, o, meglio ancora, l’apposita bandiera di colore nero.
Anche per i ceri funebri le Società non badavano a spese, scegliendo tra quelli di miglior qualità.
Inoltre per seguire il feretro alcune Società “chiamavano la musica”.
E lo Statuto della Società fra le Artiste e Operaie di Cuneo stabiliva che «non si fa alcuna distinzione di religione».
Poi, dopo il funerale, le Società pensavano ai vivi, ai famigliari del defunto, con un aiuto concreto, creando anche la Cassa per il soccorso delle vedove e degli orfani.
Bibliografia
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R. Allio, Società di Mutuo Soccorso in Piemonte. 1850-1880. Attività economica – Gestione amministrativa – Ambiente sociale, Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria 1980
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B. Gera, _1850-1990. Messaggi della solidarietà a Casale Monferrato. I 140 anni dell’Associazione Generale di Mutuo Soccorso fra Artisti ed Operai, _Torino, Regione Piemonte 1990