Il 7 giugno 1958, a Bologna, 15 liberi professionisti diedero vita alla Cassa Nazionale Assistenza Malattie Professionisti e Artisti. Nata dalla necessità di creare una rete mutualistica anche per tutti quei lavoratori in proprio che non beneficiavano di alcun sostegno in caso di malattia o infortunio, la C.A.M.P.A. stabilì una tassa d’iscrizione di 2.500 lire e una quota mensile di 1.300 lire per ogni capofamiglia e 1.000 lire per i famigliari che volessero associarsi.
La società crebbe in fretta, ma nel 1965 lo Stato concesse l’assistenza sanitaria pubblica anche a quella fetta di lavoratori che costituivano per la maggior parte gli iscritti del sodalizio, il quale dovette modificare necessariamente la propria strategia per mantenere costante il numero di iscritti; fu deciso di allargare la proposta mutualistica anche a quelle categorie non ancora considerate come bacino d’utenza della società.
Nella primavera del 1967, il sodalizio modificò il proprio Statuto in maniera da poter concedere l’iscrizione a “[…] tutti coloro che esercitano una legale attività di lavoro non tutelata da assicurazione di malattia obbligatoria”. Con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale dedicato a tutti i cittadini, nel 1978, la CAMPA si dedicò, come molte mutue in quel periodo, a sussidi complementari rispetto all’offerta pubblica.
Durante gli anni ʼ80, furono attuate alcune modifiche ai rimborsi per i soci, furono infatti eliminati i rimborsi per quelle prestazioni eseguibili attraverso il SSN in forma gratuita. Inoltre, non si rinnovarono alcune convenzioni con strutture ospedaliere private, che non garantivano il mantenimento degli equilibri finanziari della società.
Nel 1987 l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private accusò la società di concedere rimborsi per importo totale maggiore rispetto ai massimi consentiti dal decreto legislativo 511/1962, che regolamentava le erogazioni per i rimborsi effettuati dalle mutue; secondo la denuncia, il sodalizio superando tali somme, di fatto, effettuava attività assicurativa. In base a questa segnalazione il Ministero dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato, procedette con la nomina di un curatore per la liquidazione della società.
La battaglia legale durò parecchi anni e si concluse nel 1997 con la pronuncia da parte del Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia Romagna che invalidò il mandato di liquidazione della Società, che riprese il suo sviluppo.
Nel frattempo, nel 1988 la Società aveva fatto richiesta di adesione alla FIMIV (Federazione Italiana della Mutualità Integrativa Volontaria) che poco tempo dopo era stata approvata.
Nel 2003 il sodalizio spostò tutte le proprie attività presso la nuova sede sociale di Bologna acquistata nello stesso anno. Il 2010 fu l’anno in cui la società entrò ufficialmente a far parte dell’Anagrafe Fondi Sanitari, registro che fa capo al Ministero della Salute, che gli consentì la gestione dei fondi integrativi sanitari per conto di aziende a seguito di accordi con le stesse.
La CAMPA col passare del tempo è riuscita a rimodellare la propria struttura e le proprie attività in base al mutare dell’epoca, delle condizioni e delle necessità dei propri iscritti e continua ancora oggi rimanendo salda nei propri princìpi mutualistici.
Bibliografia
- L. Testa, Il senso della mutualità. Storia della CAMPA, Bologna, Pendragon 2008