A Pinerolo, dove nel 1848 era stata costituita la prima Società di mutuo soccorso italiana aperta ai lavoratori di tutte le professioni, nel 2001 nasce il Museo Storico del Mutuo Soccorso. A ospitarlo è la Società stessa, che gli dedica un intero piano del grande edificio in cui dall’Ottocento svolge la sua attività sociale.
L’idea era partita dai soci e subito accolta con molto favore dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. Perché era importante fissare la memoria del movimento mutualistico in una struttura durevole nel tempo quale può essere un museo e, contemporaneamente, dare conto di come, dove e quando questo movimento era nato.
Il percorso del Museo incomincia di lì, da quando la Società si è costituita, una sera dell’ottobre 1848 in cui un gruppo di artigiani – un calzolaio, un indoratore, quattro falegnami, due sarti, un capomastro, un decoratore e un meccanico – si riuniscono nella Trattoria del Cavallo Bianco e decidono di costituire la prima Società “generale” di mutuo soccorso. A permettere di poterla fondare ufficialmente è lo Statuto albertino promulgato pochi mesi prima, il 4 marzo, con cui Re Carlo Alberto concedeva libertà di associazione.
Nel Museo i passi iniziali della Società sono già nella prima sala, dove i nomi di questi soci e degli altri che subito dopo si sono uniti stanno scritti a grandi lettere su una parete. A loro, ai soci fondatori, l’onore di essere così ricordati per aver dato l’avvio alla lunga storia del mutuo soccorso.
Una storia che meritava di essere raccontata nel suo sviluppo e nelle sue molte sfaccettature, ma non in modo “tradizionale”, perché il mutuo soccorso è qualcosa di più che un semplice insieme di documenti e cimeli storici: è anche storia di uomini e dei loro valori e sentimenti.
Nell’introduzione al volume che guida nel percorso di visita è messa in chiaro la modalità espositiva adottata.
«Ogni sala è dedicata ad un tema, illustrato per mezzo di un allestimento museale che punta a restituire l’emotività e la percezione del sistema di relazioni umane nelle associazioni mutualistiche.
Non solamente una struttura di tipo didascalico, dunque, ma un percorso fatto in modo da far entrare il visitatore nello spirito del mutuo soccorso, così com’era sin dagli anni iniziali.
Attraverso documenti, oggetti, simboli, voci, suoni, vengono rappresentati e quindi comunicati concetti – impalpabili anche se concreti – quali lo spirito di solidarietà e di fratellanza.
Quindi non solo la storia del mutuo soccorso ma il modo di viverlo e di trasmetterne i valori cercando di far rivivere l’atmosfera di una Società di Mutuo Soccorso nelle sue tradizioni del passato, in quelle di oggi e con un occhio rivolto al futuro.
Il percorso museale si divide in due parti.
Nelle prime cinque sale sono ricostruiti i vari aspetti dell’attività di una reale Società di mutuo soccorso, quella di Pinerolo, a partire dalla fondazione. La successione delle sale è modulata su un tragitto di graduale coinvolgimento che, fornendo informazioni su regole e modalità di funzionamento, porta il visitatore a sentirsi egli stesso “socio”. Spogliati del punto di vista contemporaneo, ci si può calare nei panni di un lavoratore di fine Ottocento.
Nelle sale successive lo sguardo si allarga: da Pinerolo si passa al territorio circostante e poi al mutualismo “senza confini”.
Questa seconda parte è la rassegna descritta e narrata del variegato mondo del mutuo soccorso, con le sue Società agricole, cattoliche, dei militari, di mestiere, d’azienda… per terminare con il mutuo soccorso femminile e quello degli emigrati italiani all’estero.
In tutte le sale il visitatore si trova in compagnia dell’iconografia e della simbologia del mutualismo. Prima fra tutte la stretta di mano, il simbolo per eccellenza del mutuo soccorso, che unisce in un vincolo di solidarietà operai e padroni, ricchi e poveri, uomini e donne».
Questo allestimento è nato da un lavoro comune, tra funzionari dell’Assessorato alla Cultura, personale della Fondazione per le Società di mutuo soccorso, soci, volontari.
Nel progettare non vi è stato dubbio: si doveva cercare di rendere vivo ciò che dal passato il mutuo soccorso ha trasmesso, così che “entrasse nell’animo” di chi visitava il Museo. In chi ha lavorato all’allestimento è entrato subito, infondendo in tutti, sala per sala, spazio per spazio, un senso di comunanza.
Il Museo è nato poco per volta, con una prima parte, la più consistente, realizzata con i contributi della Regione Piemonte (che successivamente, a Museo già aperto, lo ha riconosciuto di interesse regionale con legge n. 7 del 2010), e i rimanenti spazi allestiti grazie ai contributi della Fondazione CRT e di una donazione privata. Un contributo, quest’ultimo, importante non solo sotto l’aspetto economico ma per le implicazioni che rivelava: era il ricordo che va oltre le generazioni, un padre che è stato presidente di una Società di mutuo soccorso, una figlia che di questo è orgogliosa.
Da tempo il Museo Storico del Mutuo Soccorso fa parte del circuito museale piemontese e ha allacciato rapporti con molte scuole, ben sapendo quanto importante sia diffondere certi valori tra i giovani.
I suoi spazi hanno forma compiuta ma la sua attività è aperta a ogni innovazione e stimolo, perché l’orizzonte del mutuo soccorso è ampio. Soprattutto se si lavora insieme.
Bibliografia
B. Gera - S. Minerdo, Lungo la via della solidarietà. Il Mutuo Soccorso e il suo Museo, Torino, Graphot Editrice 2019
B. Gera - D. Robotti (a cura di), È una lunga storia. Alle origini del mutualismo italiano: la Società Generale fra gli Operai di Pinerolo (1848-1998), Torino, Regione Piemonte, Centro Studi Piemontesi 1998