Un progetto per le sedi del mutuo soccorso
Nel settembre 2003 la Giunta regionale del Piemonte approvava il progetto Un filo d’acqua. Una rete di accoglienza e servizi per il turismo di cultura e ambiente nelle sedi delle Società di mutuo soccorso. Era il riconoscimento ufficiale del progetto ideato dall’Assessorato alla Cultura per valorizzare, e in alcuni casi salvare dal degrado, gli edifici storici delle circa 350 Società di mutuo soccorso piemontesi.
Un patrimonio di notevole valore architettonico, già oggetto di una legge regionale, la n. 24 del 1990, che stabiliva finanziamenti regionali per la manutenzione straordinaria delle sedi sociali che le Società hanno costruito o acquistato oppure ricevuto in dono da qualche iscritto come “socio benefattore” (ma questo, purtroppo, era un caso raro).
Con il progetto la Regione dava alle Società l’opportunità di aprirsi a nuove prospettive volte a un duplice fine: prendere parte allo sviluppo turistico del territorio piemontese e avere qualche entrata per le spese ordinarie di mantenimento della sede.
Molte le Società che hanno risposto con le loro belle proprietà: dai palazzi storici con le volte affrescate alle eleganti costruzioni di inizio Novecento, dalle dimore nei centri cittadini alle case in campagna e in montagna, dal ricetto in terra di risaia alla villa sul lago.
Si è creato così il lungo filo immaginato per legare luoghi di soggiorno e di svago per chi voleva approfondire la conoscenza del Piemonte e scoprirne qualche aspetto inconsueto, spesso al di fuori degli itinerari turistici abituali. Un modo nuovo per conoscere il territorio e le sue tradizioni.
Un sistema ricettivo nato dall’incontro di tre elementi: la solidarietà, la storia, l’acqua. Acqua che è stata rete di connessione tra le Società di mutuo soccorso. Che è un bene da condividere, che ha fatto la storia degli incontri umani. Ogni sede toccata da una vena d’acqua.
Le strutture per il pernottamento sono state il punto forte del progetto. Foresterie realizzate tenendo in massimo conto il benessere dei fruitori, quindi materiali ecologici, bioedilizia. E poi impiego di materiali locali, usati con le tecniche di lavorazione tradizionali, perché si creasse il rapporto con il luogo in cui le strutture si trovavano, così da costituire uno strumento per raccontare la storia del luogo, con usi e consuetudini.
Le prime due foresterie sono state aperte a Mondovì, al piano terreno del palazzo settecentesco dove l’antica Società di Mutuo Soccorso nata nel 1851 continua la sua attività, con il bar, la sala da ballo e quella da gioco. E i preziosi cimeli storici, quali l’antica bandiera.
Ogni intervento di Un filo d’acqua è stato seguito dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, che per dare uniformità ha stilato le Linee guida e la Carta della qualità, in cui erano definiti standard e regole vincolanti.
L’Assessorato ha anche promosso e organizzato la partecipazione di Un filo d’acqua ai bandi europei Interreg Italia Svizzera 2000-2006, con esito positivo: oltre un milione di euro per 15 Società di mutuo soccorso. Per parte Svizzera il finanziamento è servito per la realizzazione di Hôtel décentralisé nel Vallese.